PINK FLOYD  STORIE E SEGRETI

Il progetto.

Amare i Pink Floyd richiede passione, tempo e dedizione. Li segui da sempre, leggi tutto ciò che li riguardi, ascolti ogni cosa da loro incisa, corri di qua e di là in giro per il mondo per assistere ad uno dei loro concerti, consapevole di essere “nell’evento”, circondato da decine di migliaia di persone il cui cuore batte come quello inciso da Mason in “Speak To Me”. Qualcuno di noi Lunatics ha evidentemente esagerato. Si è passati da quella iniziale manciata di titoli, custoditi in un angolo della libreria che ospitava anche i nostri libri scolastici alcuni lustri fa, all’attuale collezione che ognuno di noi contiene a fatica in una sola stanza; muri e scaffali che grondano di arte e di storia floydiana.

Cinque tipi così non potevano che definirsi “lunatici”, perché non c’è niente di terreno nella propria passione! Il nostro club è variopinto: da noi ci trovi il biografo, l’impallinato di storia delle copertine rock, il collezionista di rarità discografiche e quello del cartaceo (giornali, poster, ticket e fotografie). C’è quello intento allo studio della discografia ufficiale mondiale, l’altro sugli inediti ed i progetti rimasti nel cassetto della band, fino a colui che preferisce la vicenda live del gruppo, le testimonianze perdute, dischi e video provenienti dal fitto sottobosco non ufficiale. La conoscenza di ognuno è arricchita da anni di contatti e di “esperienze” di altri appassionati, trasformando ciascuno di noi in “portatore sano” del virus floydiano.

Come condividere le nostre conoscenze, raccolte faticosamente per tanti anni con gli altri appassionati? Un primo passo sono stati gli incontri “sul campo di battaglia” in occasione di alcuni Pink Floyd Day, dove abbiamo presentato una selezione delle nostre collezioni private, diffondendo il “verbo” sulla band, suscitando interesse e raccogliendo domande e curiosità da parte dei visitatori. A fine giornata la consapevolezza che questo non poteva bastare rimaneva però forte dentro ognuno di noi. La via d’uscita l’abbiamo trovata nell’idea che ci ha portati a realizzare questo libro.

Cosa c’è di più efficace di quelle pagine realizzate su carta patinata, tenute insieme da una copertina capace di arginare tutti quei litri di inchiostro e che trasudano di passione nella magica mistura del CMYK tipografico? Il libro è per noi la versione su carta della tradizione, solitamente orale, con cui raccontiamo la storia della band attraverso gli oggetti. Una scelta di argomenti varia e volutamente scostante, un testo di seconda generazione nel quale l'intera vicenda del gruppo britannico (già ampiamente dibattuta in passato) lascia spazio ad approfondimenti sparsi ma indagati con metodo.

Il risultato è ovviamente parziale, tanti sono stati gli argomenti tralasciati, molte le rinunce dolorose. Ognuno di noi aveva una scaletta ideale di cose da raccontare, prendendo spunto da una ricchezza potenzialmente infinita di campi d’azione, dai quali abbiamo attinto trasversalmente privilegiando quelli più dibattuti durante le nostre mostre. Tanti però i racconti che emergevano e che dovevano essere assolutamente fissati su carta. Alcuni di noi avevano affrontato queste ricerche in passato senza averle mai completate, appena accennate di qua o di là.

Scritto a più mani, con contributi trasversali, come tasselli di un puzzle da ricomporre insieme, il testo si snoda attraverso alcune categorie essenziali: dall'iconografia delle copertine più misteriose ed intriganti agli eventi "topici" della loro storia concertistica, dal materiale inciso in sessions "dimenticate" e mai finito sugli album ufficiali alle rarità più ambite dai collezionisti. Ogni argomento è raccontato attraverso parole ed immagini che, oltre a sorprendere in itinere innanzi tutto noi autori, hanno fatto sì che si materializzasse poco a poco sotto i nostri occhi quello che possiamo considerare un vero e proprio tributo ad una band unica ed inimitabile.

La nostra ricerca non si ferma: siamo sicuri che tra i lettori ci sia quella persona che ha trascorso il pomeriggio del 18 aprile 1968 ad aiutare i tecnici dei Floyd a montare gli strumenti sul palco del Piper Club di Roma, oppure, quel giornalista che li aveva intervistati nel 1967 all’Ufo Club di Londra e che aveva dimenticato la bobina con quel prezioso documento nella solita soffitta piena di segreti. Aspettiamo il vostro feedback e le vostre gemme nascoste, sicuri che in questa ridente penisola di Lunatics se ne nascondano ancora tanti…

 

 

PINK FLOYD STORIE E SEGRETI

 

PINK FLOYD STORIE E SEGRETI - cap. Prima di Hipgnosis

cap. "Prima di Hipgnosis"

 

PINK FLOYD STORIE E SEGRETI - cap. Point Me At The Sky

cap. "Point Me At The Sky"

 

PINK FLOYD STORIE E SEGRETI - cap. Wish You Were Here

cap. "Wish You Were Here"